giovedì 14 dicembre 2006

Interventi

Un intervento sulla copertura deve garantire, oltre che la sicurezza statica, la tenuta all’acqua, all’aria, alla neve e alla radiazione solare.
Deve inoltre assicurare un benessere diffuso nell’ambiente interno, senza dispersione di calore in inverno e eccessivo surriscaldamento in estate, con un opportuna difesa dall’umidità.
Un intervento provvisorio, nel caso non si fosse nelle possibilità di riparare la copertura, può essere quello di sovrapporre alla struttura delle lamiere zincate, verniciate a fuoco, per impedire l’ ulteriore degrado dovuto alla penetrazione della pioggia.
Possiamo classificare i principali interventi in :
1) interventi sul manto
2) interventi sulle strutture
3) interventi sull’orditura secondaria
4) interventi di isolamento, impermeabilizzazione e ventilazioneinterventi sulla linea di gronda e lungo il profilo del timpano.


INTERVENTI SUL MANTO
Gli interventi sul manto, possono riguardare o la sostituzione totale, o la sostituzione parziale dei coppi.
Negli edifici rilevati in realtà, entrambi i casi non sono mai presenti da soli, ma quasi sempre associati ad altri interventi riguardanti le strutture sottostanti.
La sostituzione degli elementi può avvenire sia dall’alto che dal basso, sollevando i coppi ammalororati.
Qualora la sostituzione sia totale, è auspicabile riutilizzare gli stessi coppi, o nell’impossibilità, dei coppi nuovi analoghi e dal colore simile, evitando l’impiego di altri tipi di tegole, tenendo presente che il tetto rosso non appartiene alla nostra tradizione, che invece utilizzava la colorazione rosata per la copertura, complementare del verde e decisamente di inesistente impatto sul paesaggio.
Come si esplicherà meglio in seguito, è bene che i coppi della linea di colmo, siano bloccati con un listone in legno, o con la malta solo lateralmente, e non nella parte centrale, in maniera da non bloccare lo sfogo dell’aria circolante del sottotetto.


INTERVENTI SULLE STRUTTURE
Per quanto riguarda la sostituzione parziale o totale delle travi lignee, vanno ripresi gli stessi criteri utilizzati per i solai intermedi, utilizzando sempre il legno, al limite il legno lamellare o il ferro, mai il cemento armato.
Un intervento che prevede il mantenimento della struttura esistente o parte di essa è dato dal puntellamento delle travi, delle incavallature o dei travetti ammalorati parzialmente.
E’ bene che si scelgano elementi in legno massello opportunamente trattato e in grado di resistere al carico di punta.
I puntelli possono essere incastrati direttamente nella muratura o , meglio, appoggiati su pietre a mensola appositamente ancorate alla muratura.
Nel primo caso, il foro praticato va sigillato con scaglie di pietre e malta di calce o terra e calce.

Molto frequentemente risulta opportuno l’inserimento di tiranti in acciaio in grado di fornire resistenza a trazione impedendo che i puntoni tendano a divaricarsi e a spingere sulla muratura creando fessurazioni e rotture anche con rischi di dissesto statico e di collasso strutturale.
I tiranti vanno fissati alle strutture lignee tramite bullonature o piastre e fasciature alle estremità dei puntoni.Devono essere in ogni caso ispezionabili e non devono intaccare la resistenza delle strutture esistenti.
Possono essere usate anche catene lignee, trovata in uso in un caso, che però presuppongono lo smontaggio dell’incavallatura esistente per creare un nuovo efficiente ancoraggio.

Nel caso di rifacimento totale del tetto, laddove mancasse, e cioè nella maggior parte dei casi, è auspicabile l’inserimento di un dormiente, in legno massello opportunamente trattato, per consentire un miglior appoggio degli elementi di copertura e per evitare i rischi di deterioramento dati dall’umidità proveniente anche dal diretto contatto con la muratura.
Da tenere presente che il dormiente non ha alcuna funzione strutturale primaria, non essendo continuo e risultando presente solo su due lati.
Per avere una totale distribuzione dei carichi della copertura, con una conseguente ed opportuna chiusura della scatola muraria, occorre che esso sia collegato ed esteso a tutto il perimetro dell’edificio costituendo un vero e proprio cordolo ligneo.
Può essere d’obbligo normativo, l’utilizzo del cordolo in c.a. nelle zone a rischio sismico, in tal caso è bene tenere lo spessore del cordolo allineato a filo interno con la muratura, e lasciare che all’esterno sia richiuso dal paramento murario.
La cosa potrebbe risultare problematica solo in rarissimi casi, dati i forti spessori murari degli edifici, che ben contengono i max 30 cm dello spessore del cordolo.
Nel caso in cui si dovesse verificare, è comunque bene lasciare che il paramento murario lo copra esternamente e che esso sporga all’interno ( stando attenti che sia appoggiato per la maggior parte) possibilmente ricoperto da una modanatura o da un gioco di cornici.
Può accadere che la parte di paramento corrispondente all’altezza del cordolo, sporga esternamente rispetto al filo della muratura.
La cosa può costituire un motivo decorativo a livello della gronda, magari di appoggio alla romanella, sicuramente estraneo alla tradizione, ma di minore impatto rispetto alla presenza del cordolo di cemento a vista.


INTERVENTI SULL’ORDITURA SECONDARIA
Riguardo gli interventi sui travetti e sul tavolato, restano valide le indicazioni apportate per i solai intermedi, tenendo presente, che è bene controllare il punto di attacco tra la copertura e la muratura maggiormente esposto agli attacchi di marcescenza.
I rinforzi o le sostituzioni possono avvenire senza che ci sia la rimozione, parziale o totale, della struttura, spesso lavorando sull’intradosso della falda o spostando porzioni localizzate del manto.
E’ bene utilizzare elementi lignei segati, soprattutto di castagno o di un altro legno che abbia una buona resistenza all’umidità.
Nel caso in cui la sostituzione fosse totale, è bene pensare all’inserimento tra i travetti di pannelli coibentanti, come verrà successivamente descritto.
In presenza di travi di falda, sarà bene affiancare i travetti di testa, dotandoli così di un migliore appoggio.


INTERVENTI DI ISOLAMENTO IMPERMEABILIZZAZIONE E VENTILAZIONE
COIBENTAZIONE DEL TETTO CON MANTENIMENTO DELLA STRUTTURA ESISTENTE
Nel caso in cui sia possibile non rimuovere la struttura e il manto del tetto, è possibile realizzare una coibentazione dall’intradosso interponendo dei pannelli rigidi, possibilmente naturali e biocompatibili come i pannelli in sughero o in fibra di legno che non contengono colle derivanti dai processi di sintesi.
Essi possono essere fissati tramite chiodatura all’intradosso dei travetti, nello spazio compreso tra le travi principali, e possono essere lasciati a vista o intonacati, o si può realizzare un nuovo solaio ligneo al di sotto.
Quest’ultima scelta può prevedere la coibentazione del solaio piuttosto che della copertura, con gli stessi pannelli applicati all’estradosso del tavolato nel caso il sottotetto non sia praticabile.
E’ bene che nel sottotetto, compatibilmente con gli spessori e la resistenza della muratura siano aperti dei piccoli fori di ventilazione ricavati a circa 10 cm di altezza dal solaio, protetti con griglie o reti antintrusione.
I fori d’uscita devono essere posti più in alto di quelli d’entrata in modo da favorire i moti convettivi e la circolazione dell’aria.


REALIZZAZIONE DELLA NUOVA COPERTURA
Qualora non sia possibile mantenere le strutture esistenti, è necessario che la nuova copertura contribuisca a garantire un adeguato livello di comfort interno tramite la sua coibentazione ed eventuale impermeabilizzazione.
Per cui, ripristinate le orditure primaria e secondaria, occorrerà aggiungere un tavolato, quasi sempre assente nelle strutture originarie, e porre il materiale isolante tra quest’ultimo e il manto di coppi.
Sarà inoltre necessario l’inserimento di una barriera al vapore tra l’isolante e il tavolato.
Se il manto non assicura una buona tenuta all’acqua sarà necessario anche uno strato di impermeabilizzazione, che non sia sensibile alle variazioni termoigrometriche dell’ambiente esterno ed interno, da porre tra i pannelli isolanti ed il manto,se è possibile assicurare una microventilazione, o al di sotto dello strato di coibentazione.
Si possono quindi avere tre sezioni diverse della copertura coibentata ed impermeabilizzata, dipendenti dalle caratteristiche costruttive della vecchia copertura.
Dall’alto in basso:
1) manto, strato impermeabilizzante, intercapedine di microventilazione, isolante, struttura;
2) manto, strato impermeabilizzante, isolante, barriera al vapore, struttura;
3) manto, isolante ( resistente all’umidità), strato impermeabilizzante, struttura.

Per evitare gli strati di impermeabilizzazione e di barriera al vapore e parallelamente i fenomeni di condensa e di marcescenza degli elementi lignei e del tavolato, la soluzione migliore è data dalla copertura ventilata, tramite la quale si realizza un intercapedine di spessore costante lungo tutta la falda, posta tra i listelli di sostegno dei coppi e lo strato isolante.
Come già accennato è importante che anche i coppi della linea di colmo non siano riempiti di malta, ma che siano fissati solo lateralmente o con un listone di legno per permettere il passaggio dell’aria.
Particolare attenzione, va posta alla realizzazione del nodo di gronda, in maniera da garantire una perfetta tenuta all’acqua e un adeguato ancoraggio.


INTERVENTI SULLA LINEA DI GRONDA E LUNGO IL PROFILO DEL TIMPANO
L’intervento consiste nel rinforzo e nel consolidamento delle zone di contatto tra la muratura e la copertura, lungo la linea di gronda e lungo il profilo del timpano murario.
A seconda dello stato del tetto, può essere realizzato senza smontare la copertura, e può essere associato alla costruzione di un cordolo perimetrale.
Per le risarciture del paramento si rimanda alle indicazioni date sulle murature, facendo particolare attenzione al contatto con gli elementi lignei.
Importante risulta l’inserimento del canale di gronda e dei pluviali, di cui questi edifici sono completamente sprovvisti.
Sono consigliabili gli elementi in rame,ancorati alla struttura lignea e alla muratura.
Nel caso in cui sia presente la romanella, è bene che la gronda sia contenuta nello spessore della romanella, comunque esternamente rispetto allo spessore della muratura, e che i pluviali siano deviati all’interno.

Nessun commento: