giovedì 14 dicembre 2006

Vari tipi di interventi

La messa in opera di catene consiste nell’inserimento, lungo la parete perpendicolare a quella interessata dal cedimento, di elementi metallici che bloccano e irrigidiscono la scatola muraria, posti generalmente in orizzontale perpedicolari allo sviluppo della lesione, in corrispondenza dei cantonali e all’altezza dei solai.
Le catene sono barre metalliche forgiate artigianalmente o profili d’acciaio o fibre di carbonio prodotti industrialmente. Esse possono essere un unico pezzo o più pezzi collegati, che corrono da un muro all’altro, ancorate esternamente tramite “bolzoni”nei quali vengono inserite e bloccate con cunei o biette, oppure tramite bullonamento su piastre metalliche semplici o nervate (capochiavi).
L’inserimento del capochiave nella muratura, va realizzato tramite sonde a rotazione, per impedire che elementi meccanici a percussione danneggino la coesione della muratura;avvenuto il fissaggio tramite malta e collante, va inserita la catena, la cui tensione opportunamente calcolata,non deve essere eccessiva, ma deve permettere che la catena entri in funzione solo in presenza di nuove e impreviste sollecitazioni.

Un intervento alternativo a quello delle catene, è quello della realizzazione di travi-catene, nel quale si applica, alla testa della trave una staffatura metallica che accoglie una piccola porzione di catena da tendere ed ancorare ad un capochiave esterno.

Un altro intervento, decisamente d’impatto eccessivo,è la cerchiatura dell’edificio.
Attraverso di essa, si fascia la muratura con piatti in acciaio o fibre di carbonio, resistenti a trazione per evitare che insorgano o s’intensifichino deformazioni e movimenti con fenomeni fessurativi e di dissesto.
Per motivi legati alla maggiore adesione tra la cerchiatura e gli elementi da rinforzare, è bene realizzare una cerchiatura a caldo piuttosto che a freddo, ponendo particolare attenzione a non indurre eccessivi stati di sollecitazione che potrebbero provocare ulteriori rotture nella muratura.
Si procede riscaldando e mettendo in tensione la parte metallica, adagiandola sulla muratura ammalorata e quindi chiudendo con biette bulloni e/o saldature.

Un altro elemento di rinforzo è lo sperone murario, sia unico che associato a cerchiature e catene.
Si realizza addossato ed ammorsato alla parete esistente, in pietra analoga a quella della costruzione preferibilmente con la disposizione delle pietre in modo inclinato rispetto alla costruzione, per aumentare il potere stabilizzante della costruzione, e diminuire i rischi di una sua traslazione orizzontale.
Il suo impiego viene consigliato in caso di deformazione localizzata della muratura, di apertura e distacco , e di ribaltamento o traslazione fuori dal suo normale piano di giacitura.
Si sconsiglia la realizzazione di speroni murari in mattoni o in cemento armato, sia per l’impatto sul paesaggio e sulla costruzione, che per motivi di compatibilità con le murature esistenti.

Un intervento di rinforzo delle fondazioni esistenti, consiste nell’aumento della sua sezione o della sua profondità d’imposta, tramite la realizzazione di una nuova struttura al di sotto o ai lati di essa, in pietra mattoni o cemento armato. In quest’ultimo caso è bene evitare il contatto tra la nuova fondazione e la vecchia muratura, tramite opportune guaine.
Si realizza uno scavo per sezioni successive di circa un metro di lunghezza non adiacenti per evitare cedimenti strutturali e fenomeni di sprofondamento. Lo scavo va esteso al di sotto della quota d’imposta della fondazione esistente su uno o entrambi i lati. Quindi si realizzano dei tratti di muratura piena al di sotto della fondazione esistente, oppure un cordolo laterale in c.a. eventualmente connesso a una soletta interna, oppure due cordoli paralleli su entrambi i lati della muratura, tra loro strutturalmente connessi.

Nel caso in cui si proceda al rifacimento della copertura è bene realizzare all’apice della muratura un cordolo metallico, ligneo o in calcestruzzo di calce armato. E’ bene evitare il cemento armatoper evitare irrigidimenti eccessivi e incompatibilità con la vecchia muratura.
Il cordolo sarà realizzato nella parte di spessore interno della muratura, mentre la parte esterna costituirà una sorta di cassaforma a perdere.

Per realizzare cuciture tra pareti murarie distaccate si inseriscono all’interno della muratura delle barre metalliche o trefoli in acciaio ad aderenza migliorata o barre in fibre di carbonio. Il costipamento dei vuoti avviene a mezzo di resine epossidiche o malte espansive.
L’esecuzione dei fori nella muratura, va realizzata con sonde a bassa rotazione e andamento perpendicolare rispetto alla lesione.E’ un intervento che richiede notevole attenzione e manodopera specializzata.

Per il costipamento e la risarcitura dei vuoti nelle murature, da realizzarsi dopo aver accertato che il movimento associato alla lesione sia ormai cessato, è bene utilizzare una malta di calce aerea debolmente idraulica, priva di sali, ed elementi lapidei analoghi a quelli utilizzati nella muratura.
Vanno puliti i vuoti ed eliminate le parti instabili, riempiti con scaglie di pietra, eriempiti di malta da uno o entrambi i lati della parete.Si procede quindi con la regolarizzazione dei bordi , la pulizia con spazzole di ferro ed eventualmente il lavaggio con acqua, evitando che essa penetri nella muratura.

Per realizzare nuovi tratti di muratura a completamento riparazione o integrazione di parti di un edificio non finite o crollate,si utilizzano pietre analoghe a quelle già montate, legate da malta di calce aerea o idraulica priva di sali.
E’ sconsigliabile l’uso del cemento armato o di malte cementizie.Le pietre vanno posate su piani il più possibile orizzontali, regolarizzando i filari ogni 100 cm in alzato.Vanno inoltre inseriti costantemente i “diatoni” o “chiavi”, ovvero pietre trasversali dalla cui regolarità e frequenza dipende in gran parte la stabilità del muro.
E’ bene pulire le superfici a contatto con la nuova porzione muraria con spazzole di ferro e con un controllato impiego d’acqua.Se necessario occorre puntellare la struttura con armature provvisorie, e mettere in forza con l’uso di cunei la nuova porzione muraria.

1 commento:

Anonimo ha detto...

BUONGIORNO, SONO NANCY CARUSI, LAUREANDA IN INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA, UNIVERSITA' DE L'AQUILA.
STO PREPARANDO L'ESAME DI RESTAURO SU UNA CHIESA IN MURATURA.
E' PREVISTA LA SOSTITUZIONE DI CATENE DETERIORATE CON NUOVE CATENE DI FATTURA ARTIGIANALE.
POSSO CHIEDERE CHE TIPO DI ACCIAIO DOVREI PREVEDERE? E QUALE E' LA NORMATIVA PER IL DIMENSIONAMENTO DELLE CATENE? GRAZIE DELLA ATTENZIONE, NANCY CARUSI
nancycarusi@yahoo.it